Collezione Napoli/Museo Argeologico Nazionale
Le danzatrici di Ruvo
Nel 1833, a Ruvo, un’antica città della Puglia, venne scoperta una tomba a semicamera lunga tre metri. Sette splendide lastre, che coprivano la tomba di un membro dell’aristocrazia apula, testimoniano la fusione delle influenze greche con quelle dei popoli italici in quell’epoca. Nonostante la sua breve permanenza a Ruvo, la lastra fu donata al Re di Napoli e ora è esposta al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Questa lastra, conosciuta come “delle danzatrici”, prende il nome dalle nove figure femminili raffigurate, che danzano con le braccia intrecciate tra di loro.
Facts & Trivia
Nelle antiche fonti greche, questo tipo di danza femminile è chiamato stayrotos, che significa letteralmente “danza delle braccia incrociate” in greco. Le nove donne indossano lunghi mantelli policromi che sembrano ondeggiare al movimento, e le loro braccia sono scoperte per potersi unire e danzare insieme, formando una catena intorno al defunto. Questa rappresentazione su una tomba indica chiaramente il suo scopo funebre, celebrando la nuova vita dell’individuo defunto.